Dopo dieci mesi di trattative e veti incrociati, sabato scorso è stata annunciata la formazione del nuovo governo di “interesse nazionale”, secondo la definizione dello stesso premier Tammam Salam. Composto da 24 ministri, metà dei quali nominati per la prima volta, la nuova compagine rispecchia i tre blocchi maggiori di forze politiche, con 8 ministri della coalizione dell’8 marzo (di cui fa parte Hezbollah), 8 del 14 marzo e 8 provenienti dai centristi del presidente della repubblica Michel Sleimane, dello stesso premier Salam e del capo del Partito socialista progressista Walid Joumblatt. Ai centristi appartiene anche l’unico ministro donna, Alice Chaptini, al dicastero per gli sfollati libanesi. Il governo vedrà la rotazione dei portafogli in base al partito e alla confessione religiosa. “Si tratta di un gabinetto che comprende tutti e rappresenta la formula migliore che permetterà al Libano di far fronte alle sfide politiche, della sicurezza interna e socio economiche di questa fase”. 

Un’ondata di attentati ha infatti colpito negli ultimi mesi il Libano, alcuni nel quartiere di Beirut roccaforte di Hezbollah che combatte in Siria al fianco del regime di Bashar al Assad contro i ribelli.

17 febbraio 2014

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