Jacopo Salvadori 

A  tre giorni dall'attentato al console italiano a Bengasi Guido de Sanctis, lo scorso 12 gennaio, il governo italiano ha deciso di sospendere temporaneamente tutte le attività del consolato in Libia perché mancano le condizioni minime di sicurezza.
 
Dopo le violenze che hanno colpito alcuni diplomatici britannici e l'ambasciatore statunitense Chris Stevens, morto in un attentato lo scorso 11 settembre, quattro mesi dopo è stata la volta di de Sanctis, uscito illeso grazie alla blindatura dell'auto sulla quale sono stati sparati numerosi colpi di pistola da una vettura in corsa. "Si e' trattato – riferisce la Farnesina - di un tentativo di destabilizzare le istituzioni della nuova Libia, rispetto al quale l'Italia esprime la condanna più ferma”.
 
Incontrando il vice primo ministro Awad al Barasi all'indomani dell'attentato,  l'ambasciatore italiano in Libia Giuseppe Buccino ha voluto precisare che l'Italia non se ne andrà dalla Cirenaica e non appena ci saranno condizioni di sicurezza accettabili, verrà riaperto il consolato italiano. 
 
Per tutelare i diplomatici libici, il governo di Tripoli ha annunciato che verrà istituita una speciale task force, anche se appare ormai chiaro che gli obiettivi degli attentatori non sono tanto le sedi diplomatiche straniere, quanto le nuove istituzioni libiche. In questa difficile fase di transizione, il Paese necessita di un forte aiuto esterno. "Questi attacchi - ha dichiarato la Farnesina- dimostrano la necessità che la comunità internazionale intensifichi il sostegno alle istituzioni e al popolo libico”.
 
18 gennaio 2013

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