Giulia Brugnolini 

Oggi a Bruxelles il consiglio dei ministri degli esteri dell’Unione Europea discute un piano per far ripartire il dialogo di pace tra Israele e Autorità Palestinese. Come riportato nella bozza di conclusione del Consiglio “L'Unione europea è pronta a riconoscere uno Stato palestinese al momento opportuno”. Vista la temporanea sospensione dei colloqui diretti, venerdì prossimo l'Alto rappresentante della politica estera della Ue Catherine Ashton incontrerà George Mitchell, inviato speciale statunitense per la pace in Medio Oriente, attualmente in missione diplomatica tra Israele e Palestina, per fare il punto della situazione.

Un inizio di dicembre positivo per l’Autorità Palestinese che ha ottenuto il riconoscimento di “Stato libero e indipendente” secondo i confini del ’67, prima dal Brasile e poco dopo dall’Argentina. L’Unione Europea, pur definendo illegali gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, si fa più cauta in attesa dell’incontro con Mitchell.

L’inviato si dice ottimista sui possibili risultati della missione diplomatica che lo ha portato ieri a Gerusalemme, dove è stato ricevuto dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. Quest’ultimo ha dichiarato che “L’obiettivo comune è quello di raggiungere un accordo di base che assicuri pace e nel contempo sicurezza”, apprezzando la politica americana che ha rinunciato a sollecitare Israele ad un rinnovo della moratoria sugli insediamenti, in favore di una garanzia di sicurezza in Medio Oriente.

Per oggi, invece, è previsto l’incontro tra l’inviato americano e il presidente palestinese Abu Mazen. Il quale nei giorni precedenti ha trasmesso, per mezzo del capo negoziatore Saeb Erekat, un messaggio  al segretario di Stato Hilary Clinton chiedendo “garanzie americane e risposte a domande di chiarimento su tutti gli eventuali negoziati, diretti o indiretti” prima di riprendere il dialogo.

L'ANP è insoddisfatta della politica “debole” degli Stati Uniti sulla moratoria degli insediamenti, temendo che la possibilità di costituire un vero e proprio stato Palestinese possa soccombere, nei fatti, a causa della colonizzazione israeliana in Cisgiordania.

Un incontro atteso e portatore di speranze quello che vedrà la collaborazione di Mitchell Ashton per far ripartire le trattative dopo l’impasse di settembre.

14 dicembre 2010

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