Redazione 

I tre aerei della Turkish Airlines che trasportavano 466 attivisti e i nove corpi dei deceduti negli scontri tra esercito israeliano e membri della Freedom Flottiglia sono atterrati stamani a Istanbul. I primi ad arrivare sono stati i diciotto attivisti turchi e un irlandese feriti nel raid, che sono stati subito trasferiti in ospedale. A dar loro il benvenuto, il vice primo ministro Bulent Arinc e diversi parlamentari turchi, nonchè migliaia di amici e parenti che hanno applaudito, gridando “La Turchia è orgogliosa di voi!” E “Abbasso Israele”. Altri hanno sventolato bandiere turche e palestinesi al grido di “Allah Akbar” - Allah è grande.

I sei pacifisti italiani - Angela Lano, Giuseppe Fallisi, Ismail Abdel Rahim, Qaraqe Awin, Marcello Zani Faracci e Manolo Luppichini - arrestati dall'esercito israeliano dopo il blitz contro la flotta filo-palestinese, sono sulla via di casa (cinque nella notte sono arrivati a Istanbul e raggiungeranno l’Italia insieme al sesto che arriverà direttamente da Tel Aviv), denunciano le violenze e raccontano come hanno vissuto questo incubo: prima l'assalto alla nave su cui viaggiavano, la “8.000”, poi l'arresto e la permanenza in prigione. 

Tra i rilasciati ci sono anche diciotto kuwaitiani, che sono ritornati ieri nell’Emirato, accusando le truppe israeliane di aver aperto il fuoco senza preavviso. Gli attivisti, tra cui il parlamentare islamista Al-Waleed Tabtabaei e sei donne, sono stati portati a casa a bordo di un aereo governativo della Giordania, dopo aver attraversato in autobus Israele ieri mattina. Tabtabaei, che era a bordo della nave principale, il Mavi Marmara, battente bandiera turca, ha affermato al quotidiano Kuwait Times che i commandos israeliani hanno sparato anche da elicotteri uccidendo due uomini turchi disarmati. 

Yehuda Weinstein, procuratore generale dello Stato Israele, ha detto che il suo Paese ha deciso di non perseguire nessuno di loro, sostenendo che “tenerli qui procurerebbe maggiori danni agli interessi vitali del Paese”. Ayman Mohyeldin, corrispondente di Al Jazeera a Gerusalemme, ha riportato che quattro arabi-israeliani sono tuttora detenuti in carcere.

Aggiornamento 7/06/2010

Il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, aveva suggerito che l'Unione europea potrebbe verificare i carichi sulle navi di Gaza in modo da porre fine al costante confronto tra imbarcazioni che trasportano aiuti umanitari e la marina militare israeliana. Kouchner ha affrontato l'idea in un colloquio domenica notte con il ministro degli Esteri britannico William Hague, ed entrambi si sono espressi a favore di un ruolo internazionale nell'inchiesta sulle uccisioni da parte di Israele di nove persone avvenute in acque internazionali lo scorso lunedi. Il portavoce di Kouchner ha aggiunto che  l'Unione europea “sarebbe molto disposta” ad effettuare un controllo del carico.

Nel fratempo Israele ha tentato di giustificarsi accusando cinque dei passeggeri della Freedom Flottiglia di essere “operatori attivi del terrore legati ad al-Qaeda, Hamas e altri gruppi armati”. In un comunicato, le autorità israeliane hanno affermato che i cinque passeggeri erano “noti per essere coinvolti in attività terroristiche”.

Mentre la comunità internazionale discute su responsabilità e soluzioni, gli scontri continuano. Ieri mattina una pattuglia navale israeliana al largo delle coste di Gaza ha attaccato cinque militanti palestinesi in muta da sub che, secondo lo Stato ebraico, avevano pianificato un attentato. Lo hanno riferito funzionari della sicurezza di Hamas. Quattro di loro sono stati uccisi, un quinto risulterebbe disperso. Secondo fonti palestinesi citate dal quotidiano Haartez, i militanti erano membri di Al Aqsa e si stavano addestrando per compiere un attacco via mare contro Israele quando sono stati identificati dalle forze israeliane.

3 giugno 2010

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