Adrian Varela 

BEIRUT: Ieri il parlamento libanese ha votato il progetto di legge che propone di abbassare l’età di voto dai 21 ai 18 anni, facendo aumentare le paure nella struttura politica che condivide il potere del paese. Soltanto 34 su 128 i parlamentari che hanno votato in favore, 66 gli astenuti e un contrario. Altri 27 parlamentari non hanno partecipato alla sessione.

Da anni il tema dell'abbassamento dell'età di voto è diventato una questione importante su cui discutere, con Hezbollah Amal che fanno pressione per adottare tale provvedimento e ottenere così il diritto di voto per i suoi giovani seguaci. Il controverso progetto di legge ha toccato proprio la struttura politica del Libano, sempre in bilico con la complessa condivisione del potere fra Cristiani e Musulmani dalla fine della guerra civile (1975-1990).

Gli analisti stimano che abbassare l’età di voto aggiungerebbe circa 50.000 cristiani alla forza elettorale, principalmente maroniti, e oltre 175.000 musulmani, tra sunniti e sciiti. I parlamentari maroniti hanno già chiesto di permettere agli espatriati di più di 18 anni di votare, il che incrementerebbe notevolmente il numero di aventi diritto al voto.

Nessuno è contro il progetto di legge, ma il contesto è problematico” ha affermato il parlamentare maronita  Alain Aoun, aggiungendo “La riforma dovrebbe essere comprensiva e non selettiva; dobbiamo far vedere alla nostra gente che non esiste la soggettività quando si tratta di una questione delicata che riguarda tutti i libanesi”. Aoun ha dichiarato che il suo gruppo eserciterà pressioni per una legge che permetta ai discendenti degli emigrati libanesi di richiedere la cittadinanza. I maroniti sono stimati intorno al 30 per cento dei quattro milioni di abitanti.

28 febbraio 2010

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