Il trentunesimo anniversario della rivoluzione islamica è stato segnato da scontri tra i manifestanti dell'opposizione e il regime di Teheran. Sarebbero infatti tre i morti, due a Teheran e uno a Shiraz, secondo le testimonianze diffuse su Twitter, che insieme ai blog e ad alcuni siti costituisce uno degli strumenti di comunicazione dell’onda verde. Nonostante il regime abbia oscurato il servizio di posta elettronica Gmail, bloccato l’accesso a Google Translate e vietato ai media stranieri di assistere alle manifestazioni pubbliche. 

Un centinaio gli arresti, tra i quali  Ali Karroubi, figlio dell'ex candidato riformista; anche Zahra Rahnavard, moglie del leader dei riformisti Mussavi sconfitto alle elezioni presidenziali, sarebbe stata aggredita, mentre l’ex presidente Khatami sarebbe stato costretto ad allontanarsi. I manifestanti si sono anche recati al carcere di Evin a Teheran dove sono imprigionati molti esponenti dell’opposizione, lanciando sassi contro le forze di sicurezza. 

In piazza Azadi, tra bandiere e slogan pro regime, la manifestazione ufficiale. Davanti alla folla che inneggiava contro Israele e gli Usa, Ahmadinejad (dopo che Teheran aveva rifiutato l’arricchimento dell’uranio all’estero) ha annunciato che il primo pacchetto di uranio arricchito al 20% è stato completato nella centrale di Nantaz. “L'Iran può arricchire l'uranio fino all'80% - ha affermato- ma non lo farà. Intende peró triplicare presto la produzione di uranio arricchito al 3,5%”. Ha poi di nuovo attaccato Israele: “il regime sionista si avvicina alla sua distruzione” ha detto, minacciando di distruggere definitivamente Israele in caso di attacco.  E rivolgendosi al presidente Obama, ha affermato “sta perdendo l'occasione di agire in modo corretto” ha aggiunto il presidente iraniano, augurandogli “successo nelle sue riforme, nel fare il bene del popolo americano e nel rimediare alle politiche disumane di Bush”, senza “soccombere alle pressioni dei sionisti”. “Ma sta perdendo l'occasione” ha concluso.

12 febbraio 2010

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