Alessandro Vanni 

Marrakech – La frase con cui ha esordito non è delle più originali, ma certamente Fatima Zahra Al-Mansouri passerà alla storia per essere stata la prima donna eletta alla carica di sindaco in una città così importante e influente come Marrakech, in Marocco. “Cercherò di ascoltare le richieste dei miei cittadini" - ha annunciato la trentatreenne avvocato, affermando che ciò non è mai stato fatto in passato. Pur non avendo la “bacchetta magica”, ha proseguito il neo-sindaco, “cercherò di dare risposte a tali richieste”. In realtà non si tratta del primo caso in assoluto di una donna eletta a sindaco: nel 2003, infatti, a Essaouira, cittadina a due ore da Marrakesh, il ruolo fu ricoperto da Asmaa Chaabi. La Chaabi fu anche tra i firmatari di un documento firmato a Roma al termine della “Giornata speciale” per la dichiarazione dell’Acqua come Diritto Umano, in occasione del 55° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Alle elezioni comunali del 12 giugno di quest’anno, il partito della al-Mansouri , sposata e madre di due bambini, ha ottenuto 6.015 seggi su 27.795, e con il 21,7 % dei voti ha superato il partito Istiqlal del Primo Ministro Abbas El Fassi. Con 54 voti contro i 33 ottenuti in consiglio comunale dal sindaco uscente, il settantacinquenne Omar al-Jazuli, dell’Unione costituzionale, al-Mansouri ha quindi rappresentato una svolta nella vita politica della città e dell’intero Paese nord-africano. L’aria di cambiamento era già palese al momento della presentazione delle liste dei candidati, in cui la presenza femminile era altissima, e al termine delle operazioni di spoglio, infatti, erano oltre tremila le donne elette nei vari consigli comunali del Marocco. Fatima al-Mansouri, giovanissima, ha appreso il gusto per la vita politica dal padre – deceduto una settimana prima delle elezioni – che aveva ricoperto l’importante incarico di Pasha (governatore) di Marrakesh, e in seguito era stato Ambasciatore in Svizzera.

Compiuti gli studi in Francia, una volta tornata in patria la Al-Mansouri si è accostata al PAM, il Partito dell’Autenticità e modernità, fondato da Fuad Ali El Himma appena nel 2008 e molto vicino al sovrano Mohammed VI. Il neo-sindaco è stato eletto anche grazie ai voti del partito islamico di “Giustizia e sviluppo", ma la vittoria è frutto del lavoro del PAM, che è riuscito a creare una rete di appoggi e sostegni intorno alla al-Mansouri, a partire dal sindaco di Casablanca. Già in quella città vi era stata la nomina di una donna alla carica di Prefetto, a sostegno ulteriore del processo di incremento della partecipazione femminile alla vita pubblica fortemente voluto da Mohammed VI. Ancora più forte era stato il segnale dato dal regnante con la nomina a Ministro della Salute della quarantenne Yasmina Baddou nel governo di El Fassi due anni fa. Avvocato laureata in diritto privato la Baddou aveva già ricoperto importanti incarichi alla Corte Suprema, era stata consigliere giuridico per la città di Casablanca e direttore al dipartimento giuridico della Banca Commerciale del Marocco. Alle recenti elezioni di giugno è stata rieletta nella circoscrizione di Casablanca tra le fila del Partito Istiqlal.

25 giugno 2009

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