Irene Puca 

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di essere disponibile ad accettare la nascita di uno Stato Palestinese a patto che sia demilitarizzato, ma non ha fatto nessuna apertura a proposito del blocco dell'espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Netanyahu ha dichiarato che Israele accetterà e sosterrà la creazione di uno stato palestinese, ma solo con la garanzia che non avrà un esercito e solo se i palestinesi riconosceranno Israele come Stato ebraico. Ha inoltre chiesto la rinuncia per i rifugiati del diritto al ritorno. A quel punto - ha dichiarato il premier - "Israele sarà pronto per un accordo di pace e per una soluzione di convivenza tra uno Stato palestinese demilitarizzato e lo Stato ebraico". Ha aggiunto inoltre: "il territorio palestinese sarà disarmato, non controllerà lo spazio aereo, non potrà avere un esercito e non potrà stringere alleanze con l'Iran e con Hezbollah". Riguardo alle colonie Netanyahu ha fatto presente che Israele deve riconoscere il fatto che milioni di palestinesi vivono in Cisgiordania e che un controllo su questa popolazione non è immaginabile. Non saranno stabiliti nuovi insediamenti, ma quelli già esistenti non saranno tutti eliminati. I palestinesi chiedono che tutte le colonie in Cisgiordania diventino parte del loro futuro Stato, con Gerusalemme Est come capitale. Un esperto negoziatore palestinese ha chiesto l'intervento del Presidente americano Barack Obama per intraprendere iniziative e accordi per smantellare gli insediamenti ed evitare il deteriorarsi della situazione. Nel suo discorso, Netanyahu ha comunque negato una possibile divisione di Gerusalemme, affermando che la capitale di Israele deve rimanere unita.

Il portavoce di Abbas, Nabil Abu Rdainah, commentando la proposta di Netanyahu ha ribadito che i palestinesi chiedono solo la fine dell'occupazione e una soluzione per i rifugiati, lasciando le altre questioni al tavolo negoziale. Dopo il discorso di Netanyahu, alcuni gruppi di manifestanti palestinesi hanno protestato chiedendo la formazione di "due stati per due popoli" e la fine dell'occupazione. Il premier Netanyahu è stato oggetto anche di critiche da parte del suo stesso governo, che lo ha accusato di aver smentito gli accordi presi.

Il discorso tenuto lo scorso 4 giugno a Il Cairo da Barack Obama, aveva lo scopo di riscrivere le relazioni fra USA e la comunità musulmana. Per parte sua, Netanyahu, ha ribadito di essere pronto ad incontrare i leader arabi e a riprendere i colloqui di pace con i palestinesi.

Hamas ha criticato le proposte definendole improntate a un'ideologia razzista ed estremista.

15 giugno 2009

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