Monika Kaminska 

GINEVRA - Forti critiche durante la conferenza dell’ONU sul razzismo sono state espresse dal Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che si è riferito all'insediamento di un “governo razzista” in Medio Oriente dopo il 1945, alludendo in maniera inequivocabile allo stato di Israele. Immediate le reazioni delle delegazioni europee che in segno di protesta hanno abbandonato l’aula.

Con il pretesto della sofferenza degli ebrei alla fine del conflitto si fece ricorso all’aggressione militare per privare delle sue terre una nazione intera, trasferendovi immigrati da Europa, Stati Uniti e altri luoghi del mondo per installare un governo completamente razzista”, ha detto Ahmadinejad durante il suo intervento, aggiungendo che “per compensare le conseguenze del razzismo in Europa, hanno aiutato a portare al potere il regime razzista più crudele”, e scatenando così una pioggia di critiche durissime provenienti dai rappresentanti dell’Unione Europea, che nel frattempo abbandonavano la sala.

Simili frasi offensive e antisemite non dovrebbero trovare spazio in un forum delle Nazioni Unite contro il razzismo”, ha detto l’ambasciatore britannico Peter Goderham. Il Presidente francese Sarkozy ha definito le parole di Ahmadinejad un “intollerabile richiamo all’odio razziale”. Durissime ovviamente le reazioni del Presidente israeliano Shimon Peres, che ha paragonato il presidente iraniano a Hitler.
L’incaricato d’affari degli Stati Uniti all’ONU, Alejandro Wolff, ha definito l’intervento di Ahmadinejad “vile, odioso e vergognoso”, ma il dialogo tra USA e Iran, fortemente voluto dal presidente Obama, continuerà.

Anche il Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki – Moon, che poche ore prima della conferenza aveva incontrato il presidente iraniano invitandolo a non provocare contrasti, si è detto “profondamente deluso” per il comportamento di Ahmadinejad. “Deploro l’uso di questo podio da parte del presidente iraniano per accusare, dividere e perfino per aizzare. Dobbiamo tutti respingere questo messaggio sia nella forma che nella sostanza”, ha concluso Ban Ki-Moon.

21 aprile 2009

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