Angelo Valsesia 

Il Presidente americano Obama si è rivolto direttamente – nella forma atipica di un video-messaggio –  al popolo ed ai governatori iraniani per ricucire quelle relazioni che per 'trenta anni sono state tese'.

L'occasione è stata la festa del Nowruz, che segna l'inizio della primavera e del nuovo anno iraniano.

Dopo aver espresso i suoi sentiti auguri al popolo iraniano ed aver sottolineato l'importanza della cultura iraniana (dall'arte alla letteratura alla musica), Obama ha richiamato la festività come simbolo di un nuovo inizio nelle relazioni dei due Paesi. L'impegno dell'attuale amministrazione americana è iniziare un nuovo corso delle sue relazioni internazionali maggiormente caratterizzate da soluzioni diplomatiche (piuttosto che militari). La richiesta è stata esplicitamente rivolta anche alla Repubblica Islamica dell'Iran ed ai suoi governanti.

Tuttavia, se la volontà americana è quella di una maggiore cooperazione con l'Iran, Obama ha anche sottolineato che il Paese iraniano ha bisogno di prendere le sue responsabilità per avere un posto degno all'interno della comunità internazionale. Responsabilità che non devono essere caratterizzate dalla minaccia del terrore e delle armi, ma dalla soluzione pacifica delle controversie. E' questa la sostanza del cambiamento: da un approccio destruens ad uno construens attraverso maggiori opportunità di scambio, partenariato e commercio, così da superare le differenze e garantire una maggiore sicurezza ed una pace più duratura.

Il Presidente americano ha poi concluso con una citazione tratta dal poeta persiano del XIII secolo Saadi (“I figli di Adamo sono membri uno dell'altro, essendo stati creati in un'unica essenza”): un ulteriore metafora affinché si agisca più sulla base degli elementi in comune che sui punti di rottura.

La risposta iraniana non si è fatta attendere e, attraverso le parole di Aliakbar Javanfekr (assistente per i media del Presidente Ahmadinejad), ha fatto sapere che accoglie positivamente il discorso di Obama. Anche in questo caso, però, sono stati espressi alcuni distinguo: così come l'amministrazione americana ha richiesto azioni concrete per il cambiamento, anche l'Iran ha evidenziato che non si può dimenticare l'atteggiamento aggressivo statunitense degli ultimi trenta anni, richiedendo a sua volta azioni tangibili per poter mettere da parte le differenze.

Se nella sostanza poco o nulla è cambiato, è indubbio che la determinazione americana sia quella di sviluppare nuovi canali diplomatici aperti (ed il messaggio pubblico è da interpretare in tal senso) con la Repubblica Islamica d'Iran. L'obiettivo è quello di coinvolgere maggiormente (e come fattore distensivo) la potenza regionale nella risoluzione dei problemi afgani, iracheni, e relativi alla sicurezza d'Israele.

20 marzo 2009

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