Emanuela Ulivi

Comincia oggi Middle East Now, la rassegna sulla produzione cinematografica e culturale contemporanea del Medio Oriente, arrivata alla decima edizione. Ideato e organizzato dall’associazione culturale Map of Creation di Roberto Ruta e Lisa Chiari, dal 2010 ha portato a Firenze, da una regione in costante cambiamento, martoriata da conflitti e contraddizioni, la creatività, nomi noti e di esordienti, mostre, incontri, cibo, danza, libri, stage. Da Gibilterra a Kabul. Lo spaccato, anno dopo anno, di una realtà tanto vicina ma non abbastanza conosciuta, polverizzando luoghi comuni e preconcetti. Cui il pubblico ha risposto trasformando un’intuizione in un punto di riferimento.

Middle East now Remix il titolo di quest’anno del festival, che si protrarrà fino al 7 aprile, con oltre 40 film, 26 dei quali anteprime italiane, dislocato tra Cinema La Compagnia, il Cinema Stensen, il Teatro Cantiere Florida, la Fondazione Studio Marangoni e altri spazi. Ospite principale, torna a Firenze a dieci anni dalla presentazione di About Elly, vincitore dell’Orso d’Argento a Berlino nel 2009, il regista iraniano due volte premio Oscar Asghar Farhadi. A lui è affidata una master-class aperta al pubblico. Occasione per un approfondimento sul cinema iraniano contemporaneo dei giovani registi, protagonisti di una rinascita artistica nonostante la censura e le difficoltà, dei quali saranno proiettati documentari, film di fiction e cortometraggi, il film Tehran City of Love, di Ali Jaberansari, uscito nel 2018 e già premiato al Sofia International Film Festival.

Registi emergenti anche da altri paesi del Medio Oriente e dal Nordafrica con cinque titoli, tra questi il film di apertura, Kabul, City in the Wind, di Aboozar Amini, che attraverso la vicenda di tre personaggi racconta la vita e la voglia di vita nell’Afghanistan degli attentati e della violenza. Con Laura Aimone, un salto nella fiaba ci porta nel Golfo, regione che il festival ha iniziato a sondare dal 2014 iniziando dal Qatar, proseguendo con gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein, l’Oman e il Kuwait. Oltre alla fiction di Nora Al Subai, dal Qatar, sono in programma due anteprime europee dal Kuwait: Wonderland, A True Story di Dana Al Mojil, adattamento da Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo Specchio di Lewis Carroll e Muneera di Oscar Boyson, dal racconto del 1929 dello scrittore kuwaitiano Khalid Al Faraj.

Il viaggio continua nella complicata situazione del Medio Oriente di oggi, ancora in piena ebollizione, stretto tra giochi internazionali, appetitose ricostruzioni, popolazioni disperse, conflitti territoriali, conflitti comunitari. In Iraq, con i 20 episodi di animazione di Léonard Cohen, Le Parfum d’Irak 7/ Flavours of Iraq, coi quali il disegnatore francese ha rappresentato il paese rivisitato dal giornalista francese di origine irakena Feurat Alani, tornato nel 2006 nel paese natale durante l’occupazione americana. La Siria, dove c’è ancora la guerra ma la ricostruzione e le influenze politiche dettano l’agenda, nella conversazione con Giuseppe Alizzi e Eugenio Dacrema dell’ISPI. E quella dei suoi rifugiati nei campi del Libano, nella mostra della fotografa libanese Dalia Khamissy.

Saranno presentati i libri usciti da pochissimo, di Viviana Mazza, giornalista del Corriere della sera che dopo La storia di Malala con Le Ragazze di via Rivoluzione continua la sua indagine nelle battaglie delle donne dei paesi arabi, e di Nicola Pedde, direttore dell’Institute of Global Studies, 1979. Rivoluzione in Iran. Dal crepuscolo dello scià all’alba della Repubblica islamica. Una rivoluzione che ha cambiato il volto della regione e impone oggi nuovi scenari e scelte, di cui gli autori dei libri parleranno insieme ai giornalisti Alberto Zanconato – che ha scritto Khomeini. il rivoluzionario di Dio - e Vanna Vannuccini, con Alberto Bradanini , ex ambasciatore in Iran.

Tra le finestre dedicate dal festival alla Palestina, l’anteprima italiana di I, Dareen T., il lavoro teatrale basato sulla storia della poetessa palestinese Dareen Tatour, condannata l’anno scorso dalle autorità israeliane agli arresti domiciliari per aver postato su Facebook la poesia Resist, cui ha dato voce Einat Weizman, attrice, drammaturga e regista israeliana, per parlare dell’oppressione israeliana ma anche di quella della società patriarcale sulle donne.

Nella programmazione davvero densa del festival (si trova a questo link https://middleastnow.it/wp-content/uploads/2019/03/Guida-Middle-East-Now-2019-web.pdf), vetrina di tutte le arti e le espressioni del Vicino Oriente, la presentazione dell’ultimo libro di Anissa Helou, giornalista e guru di storie di cucina, Feast. Food of the Islamic World, 500 pagine con più di 300 ricette, dal Senegal al Nord Africa all’Afganistan e oltre. Una summa della cultura gastronomica islamica, di cui l’autrice parlerà con la foodblogger e autrice di Pop Palestine Cuisine, Silvia Chiarantini.

2 aprile 2019

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