Stefano Beltrame

Sono passati trenta anni dall’operazione  Tempesta nel deserto scatenata nel 1991 per liberare il Kuwait dall’invasione irachena di Saddam Hussein. Come richiesto dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nella guerra di liberazione del piccolo Emirato intervenne anche l’Italia, che  tornò quindi a partecipare attivamente ad un conflitto armato per la prima volta dalla seconda guerra mondiale. Per l’Italia – che, come recita l’art. 11 della Costituzione, “ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” – fu un passo molto importante. Eppure, il 2 agosto 1990 quasi nessuno in Italia avrebbe saputo collocare il Kuwait su di un atlante geografico. Trent’anni fa non c’erano ancora internet ed i telefonini con la geo localizzazione che rendendo accessibili tutti gli angoli del pianeta. Per gli italiani il 2 agosto era il decimo anniversario della strage di Bologna e pochi capirono subito le implicazioni geopolitiche planetarie di quell’evento in apparenza tanto lontano. Che fosse un atto contrario ai dettami del diritto internazionale ed allo Statuto dell’ONU non vi era dubbio alcuno. Tuttavia, nei decenni precedenti troppe volte la comunità internazionale, davanti ad inaccettabili aggressioni comparabili a questa, era rimasta paralizzata dai veti incrociati. Molto pochi pensarono allora che il Kuwait sarebbe tornato un giorno libero. Tra questi pochi c’era Pierandrea Vanni che a Firenze fondò l’Associazione Nazionale Italia-Kuwait   che in questi giorni compie anch’essa trent’anni.

Nell’ora più buia dell’invasione dell’Emirato, l’Associazione promosse tantissime iniziative di solidarietà  mirate a tenere alta, anche in Italia, l’attenzione della pubblica opinione per questa terribile vicenda.  D’intesa con l’Ambascia del Kuwait a Roma, che continuava a rappresentare il Governo legittimo dell’Emirato in esilio a Taif, l’Associazione organizzò convegni, incontri, pubblicazione di documenti e libri. Fu anche grazie alla sua attività che anche l’Italia accettò l’appello delle Nazioni Unite a partecipare alla coalizione militare di ben 35 Paesi  che si impegnarono per la liberazione del Kuwait. Quella prima guerra del Golfo che nel febbraio 1991 vide una grande offensiva terrestre liberare fisicamente la capitale Kuwait city. Col tempo l’Associazione ha promosso varie altre iniziative di amicizia tra i due Paesi raccogliendo tra i suoi soci anche italiani che avevano vissuto e lavorato in Kuwait come l’Arch. Achille Michelizzi e molti altri. Nel trentesimo anniversario della guerra compaiono sulla stampa nazionale molti articoli su qui lontani fatti, sull’affermazione della CNN sull’abbattimento dei due piloti italiani Bellini e Cocciolone. Tra tanti ricordi, uno deve andare anche alla nascita dell’Associazione.

18 febbraio 2021

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