Emanuela Ulivi 

Nel 55° dall’indipendenza e a 25 anni dal ritiro delle truppe irachene dopo la Prima Guerra del Golfo, l’ambasciata del Kuwait ha voluto celebrare la festa nazionale anche a Firenze, dove ha sede l’Associazione di amicizia Italia – Kuwait, da oltre un quarto di secolo a fianco dell’emirato. Nient’affatto casuale neanche la scelta del Museo Stibbert, che ha due sale dedicate alle armi e alla cavalcata islamiche e al quale l’Associazione darà il suo sostegno, per festeggiare il 18 marzo scorso la ricorrenza con una cerimonia cui hanno preso parte i Consoli della Spagna e della Tunisia; Alessandro Lo Presti, sia quale referente per le Relazioni istituzionali dell’Ufficio di Gabinetto del presidente del Consiglio regionale della Regione Toscana, sia in rappresentanza dello stesso presidente Eugenio Giani; l’imam di Firenze e presidente dell’UCOII, Izzedin Elzir; Marco Cellai, presidente del Premio Firenze; personalità della cultura e della politica, amici della prima ora e gli studenti dei vari corsi di lingua araba che si tengono - da anni - all’Associazione.

E’ in momenti storici come questo, denso di sfide, che è importante rinsaldare un’amicizia della quale volentieri si ricordano i presupposti e i momenti salienti vissuti, per ultimo il Premio speciale Firenze 2015 attribuito a dicembre all’ambasciatore del Kuwait a Roma, S.E. Ali Khaled Al Sabah. Rammentare che su iniziativa di Pierandrea Vanni, giornalista e fondatore dell’Associazione Italia - Kuwait, si è data concretezza fin da quell’estate del 1990 in cui l’emirato invaso da Saddam Hussein rischiò di perdere la sua identità, e principi quali l’autodeterminazione e la solidarietà, capaci di accomunare intellettuali e cittadini di tutte le estrazioni culturali, politiche e sociali della città di Firenze. Valori ancora più efficaci oggi per contrastare l’intolleranza e il terrorismo contro il quale il Kuwait ha operato e opera con fermezza, opportunamente puntualizzata di recente dal presidente Vanni a fronte di illazioni sul ruolo dell’emirato, e rispetto al quale l’ambasciatore del Kuwait, subito dopo il messaggio di benvenuto allo Stibbert, è stato molto chiaro. Reiterando la posizione del suo Paese, che è parte del mondo arabo e islamico, nel quale il 20% della popolazione è cristiana e in cui la Costituzione protegge sia i cristiani che i musulmani, ha definito “inaccettabile” che si usi la religione, l’Islam, che significa pace, per compiere atti terroristici.

Ha poi ringraziato il presidente Vanni e l’Associazione Italia – Kuwait per quello che fanno ed ha inviato il suo saluto anche al sindaco di Firenze Dario Nardella, incontrato due volte insieme alle delegazioni diplomatiche di altri Paesi del Golfo, riunioni dalle quali ne sono scaturite altre. E’ questa infatti l’ultimo segmento in ordine di tempo, di un susseguirsi di iniziative che hanno accostato il Kuwait a Firenze e alla Toscana - prima ancora che all’Italia - attraverso segni concreti di amicizia ormai scritti nella storia dell’emirato e in quella fiorentina. E mentre l’associazione Italia-Kuwait negli anni è andata sempre più aprendosi ad una dimensione euro mediterranea allargata, l’emirato è diventato un protagonista politico regionale e, in ambito umanitario, un hub mondiale. Ma anche, appunto, capofila in Palazzo Vecchio di altri cinque Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo per avviare delle iniziative economico- finanziarie con le multinazionali che operano nel territorio fiorentino.

Il Kuwait, ha ancora sottolineato l’ambasciatore, sta espandendo le sue relazioni con l’Italia a livello politico ed economico: nel 2010, ha ricordato, l’Emiro è stato in visita in Italia, seguito nel 2014 dal Primo Ministro, S.A. Jaber Al-Mubarak Al-Hamad Al-Sabah e dal presidente dell’Assemblea Nazionale Marzouq Al-Ghanim. Nondimeno sul versante culturale, l’emirato ha intessuto relazioni consistenti con l’Italia sia partecipando – con successo - ad EXPO 2015 sia con la mostra, l’estate scorsa, sull’arte della civiltà islamica che ha portato alle Scuderie del Quirinale la collezione al-Sabah. Parte della quale, va ricordato, era già stata in mostra a Firenze nel ’94 grazie all’Associazione Italia - Kuwait, come segno della volontà del Paese di rinascita dalle macerie della guerra.

“Il linguaggio dell’arte e della cultura sono fondamentali e portano alla pace” ha affermato in proposito l’ambasciatore, sapendo che la cultura rappresenta il potenziale sul quale sta investendo il Kuwait, proclamato a gennaio capitale della Cultura Islamica 2016. A citare questo riconoscimento ad un Paese “strettamente legato alle sue tradizioni ma allo stesso tempo proiettato nel futuro e disponibile a cooperare con l’Occidente” è stata l’assessore alla Cooperazione e relazioni internazionali del Comune di Firenze Nicoletta Mantovani, che ha fornito nell’occasione una rassegna completa dei reperti d’arte islamica in dotazione a varie istituzioni culturali di Firenze. Si tratta dei 90 pezzi unici, tra armature e armi islamiche finemente decorate, in mostra allo Stibbert; dei 150 manoscritti in lingua araba conservati alla Biblioteca Nazionale; delle altre opere custodite presso la Biblioteca Medicea Laurenziana, nel Museo delle Cappelle Medicee, in quello di Storia naturale, al Museo Galileo, al Museo del Bargello e al Museo degli Argenti. Arte islamica che rappresenta “un ponte tra due antiche culture ricche di storia, tradizione ed eccellenze”. 

Pubblichiamo di seguito la parte scritta dell'intervento dell'Assessore Nicoletta Mantovani.

Sono lieta di essere qui in occasione dei festeggiamenti per un doppio anniversario, quest’anno infatti lo Stato del Kuwait celebra 55 anni di Indipendenza dal Protettorato Inglese, nonché i 25 anni dalla liberazione al termine della prima Guerra del Golfo, nel 1991.

Sono date importanti per il Kuwait, un paese caratterizzato da una cultura legata alle proprie tradizioni ma proiettata nel futuro e aperto alla collaborazione con il mondo occidentale.

E proprio dal 1991 la città di Firenze è legata allo stato del Kuwait da rapporti storici molto saldi che si sono concretizzati nel patto di gemellaggio tra Firenze e Kuwait City.

Sin da allora, anche grazie all’Associazione Italia Kuwait che saluto, sono state realizzate varie iniziative che hanno coinvolto le due città sia in ambito culturale che economico. Ricordo fra le iniziative economiche il recente tavolo di lavoro con il Consiglio di Cooperazione degli Stati del Golfo, formato dagli Ambasciatori di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar, allo scopo di una conoscenza reciproca delle realtà aziendali fiorentine e dei rappresentanti dei Paesi del Golfo al fine di verificare eventuali opportunità di collaborazione.

Il 2016 è l’anno in cui Kuwait City sarà capitale della cultura islamica nel mondo ed è molto importante in un periodo come quello che stiamo vivendo preservare la cultura e le tradizioni di un paese. Vorrei ricordare che proprio nel Museo Stibbert, uno dei luoghi più affascinanti di Firenze, vi sono 90 pezzi unici tra armature e armi decorate, che sono vere opere d’arte; come pure alla Biblioteca Nazionale Centrale è presente la collezione di circa 150 manoscritti islamici in lingua araba fra i quali spicca il manoscritto Shahnameh, “Il Libro dei Re”, uno dei più antichi del mondo, poema epico in lingua persiana composto intorno al 1000 d.c., ma potrei continuare la mia lista di opere con quelle presenti nella Biblioteca Laurenziana, nel Museo delle Cappelle Medicee, nel Museo di Storia Naturale, nel Museo Galileo, nel Museo Nazionale del Bargello, nel Museo degli Argenti.

Quindi l’Arte islamica è stata e rimane al centro degli interessi della città di Firenze, ponte fra due civiltà ricche di storia, tradizioni e cultura di eccellenza.

22 marzo 2016

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