Jacopo Salvadori 

Se appena un anno fa la scuola tunisina era considerata la roccaforte dello stato laico, oggi la situazione è drasticamente cambiata, così come è cambiata quell'aria di primavera e di cambiamento che si respirava fino a pochi mesi fa.

Dopo le forti pressioni degli integralisti, specie negli ultimi mesi, il presidente Moncef Marzouki ha reso più elastici i regolamenti universitari per permettere alle ragazze di sostenere gli esami e di seguire le lezioni con il niqab, il velo integrale.

Molto è cambiato dall'8 marzo dell'anno scorso, quando la Facoltà di Lettere e Scienze Umanistiche di La Manouba, a Tunisi, è stata presa d'assalto dai salafiti che hanno aggredito gli studenti, sostituendo la bandiera nazionale tunisina col drappo nero, simbolo del loro movimento. Chiedevano la libertà di indossare il niqab per le ragazze e uno spazio per pregare. Oggi, con la decisione del presidente, sono finalmente riusciti a veder soddisfatta una delle loro due richieste, confermando quella vicinanza tra il movimento salafita ed En-nhada, il partito moderato islamico al governo, già avvertita da qualche mese e che ha gia’ trovato numerosi punti di incontro riguardo all'amministrazione di alcune zone periferiche e più conservatrici del Paese. 

I salafiti hanno anche chiesto la modifica dei programmi universitari in un'ottica islamica. Una richiesta, questa, formulata anche per la scuola materna e che sta spaventando sempre di piu’ i tunisini. Nabiha Kamuon Tlili, presidente della Camera Nazionale dei Giardini d'Infanzia e delle Scuole Materne, ha percio’ lanciato un appello al Ministro della Donna (competente nel campo dei diritti di donne e bambini) affinché gli islamici vengano tenuti a dovuta distanza dalle istituzioni, per evitare che le scuole pubbliche si trasformino in “scuole coraniche”, già radicate peraltro nel territorio come istituti parascolastici.

28 maggio 2013

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