Giulia Brugnolini 

Nella  sontuosa  cornice del Dar Bach Hamba, palazzo settecentesco di Tunisi, si è da poco conclusa l’ottava edizione di Saperi e sapori dal Sud, appuntamento con la Sicilia settimana di iniziative, ormai attesa ogni anno, che non si è fermata neanche durante la rivoluzione del 2011. La manifestazione è un contenitore culturale che spazia dall’arte figurativa alla gastronomia, all’artigianato, all’economia. Un motore di scambi che risponde alla sete di conoscenza tra l’isola e la sponda Sud del Mediterraneo rinsaldando dei legami mai dimenticati.

Anche se dalla Tunisia sono arrivati molti immigrati in Italia e in Europa, in passato è stata invece terra di arrivo. Agli inizi dell’Ottocento folti gruppi di siciliani, specie dai centri rivieraschi del palermitano e dell'agrigentino, videro nella vicina Tunisia una terra dove le prospettive di migliorarsi la vita sembravano a portata di mano, ingrossando le file degli italiani già arrivati, tanto che nel 1821 venne fondata la prima scuola per gli emigrati italiani. Questa parte di storia messa in ombra da quella dell’emigrazione dal Sud d’Italia verso gli Stati Uniti, parla anche di una fase successiva in cui molti italiani acquistarono terreni e impiantarono colture pregiate che sarebbero state poi pioniere della meccanizzazione. Furono infatti due siciliani di Pantelleria i primi a far apparire sui campi della Tunisia un trattore Caterpillar. Durante il regime mussoliniano la sponda opposta del mediterraneo è stata poi rifugio per gli antifascisti esiliati. Testimoni di questa convivenza sud-sud sono le  contaminazioni nel cibo, nel dialetto tunisino, così come le cosiddette “petite Sicile” di Tunisi  e di La Goulette, quartieri dove musulmani, cristiani, maltesi e ortodossi hanno condiviso pacificamente lo stesso cortile.

“Con questa iniziativa vogliamo evitare che si dimentichino gli aspetti comuni delle rispettive culture, che sono un importante mezzo di contrasto delle attuali tendenze oscurantiste.” ha commentato Mila Lauretta, siciliana naturalizzata tunisina che opera nel tessuto culturale ed economico della Tunisia da quindici anni e che anche stavolta ha presieduto all’organizzazione dell’evento, d’intesa con i partner tradizionali: l’Istituto Italiano di Cultura, la Fondazione Orestiadi, la Regione Sicilia.

I personaggi che hanno animato quest’intensa settimana dal 7 al 14 aprile, sono stati numerosissimi, a partire dal celebre pittore palermitano Beppe Madaudo e dai ceramisti Mario Lo Coco e Chokri Ezzina che hanno aperto l’evento con una mostra che proseguirà fino al 21 aprile, mentre le fotografie dall’acuto sguardo sul sociale di Marianne Catzaras, nata in Tunisia da genitori greci, hanno completato l’offerta di arte figurativa. Per quanto riguarda la letteratura ha fatto invece il suo debutto il progetto Conoscere gli scrittori siciliani contemporanei con la presentazione della filologa e romanziera Silvana Grasso nella cornice di quella che una volta era la tipografia del Corriere di Tunisi, adesso spazio culturale aperto. Il tema dei siciliani in Tunisia è stato introdotto invece dai docu-film Bastava una notte di Manuel Giliberti e Kif Kif di Enrico Montalbano e Laura Verduci. Un buffet di degustazione di pietanze tipiche dell’isola orchestrato dallo chef Giovanni D’Arpa e la musica del gruppo folkloristico siciliano Unavantaluna hanno chiuso in bellezza l’appuntamento.

Sull'obiettivo dell’evento Mila Lauretta ha aggiunto: “Saperi e sapori è anche un’iniziativa promozionale dal punto di vista del turismo che per la Tunisia è uno dei principali settori economici che purtroppo in questo periodo è in crisi, in parte perché i media descrivono la situazione tunisina come se il Paese fosse a ferro e fuoco. È vero che le forze dell’ordine hanno perso di autorità e ci sono molte manifestazioni ma questo succede in ogni Stato interessato da una crisi politica.” 

17 aprile 2013

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