Il regime di Teheran ora se la prende con i manichini. Dopo aver chiuso nell’agosto scorso una ventina di negozi di barbiere nella capitale iraniana, rei di incoraggiare comportamenti non islamici come i capelli tagliati all’occidentale, i tatuaggi, le sopracciglia depilate, è la volta dei manichini femminili che non possono essere esposti in vetrina dai negozianti se non con l’hijab, riporta il sito BBCNews.

L’abbigliamento delle donne è già stato oggetto in passato delle misure del regime: dal velo agli abiti, ai pantaloni stretti, affidando alla polizia il controllo. Le sanzioni possono arrivare fino alla detenzione. Pur essendo l’Iran una repubblica islamica fin dal 1979, anno della rivoluzione khomeinista, è con l’arrivo alla presidenza di Mahmud Ahmadinejad che l’attenzione focalizza il comportamento islamico. Le nuove regole riguardano soprattutto le donne e in una popolazione prevalentemente giovane, colpisce soprattutto le ragazze. Lo stesso fatto che il regime debba imporre un determinato comportamento, rivela quanto le giovani iraniane, più inclini agli abiti alla moda, non ci siano abituate, anche se nate sotto la repubblica islamica. Le abbiamo viste nelle recenti manifestazioni seguite alla rielezione del presidente Ahmadinejad: in jeans, truccate, col velo in testa dal quale spuntavano le frange. Molte frequentano, coi loro coetanei, le università dove negli anni si sono manifestati i malumori contro il regime, che nessuna normalizzazione è ancora riuscita a far tacere.

23 settembre 2009

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