Emanuela Ulivi 

Dopo l’incontro del 24 novembre scorso con il sindaco Dario Nardella e l’assessore alle Relazioni Internazionali del Comune Nicoletta Mantovani, l’ambasciatore del Kuwait in Italia è tornato oggi in Palazzo Vecchio in veste di coordinatore degli ambasciatori dei Paesi del Golfo, alla guida di una delegazione di diplomatici, oltre che del Kuwait, dell’Arabia Saudita, dell’Oman, degli Emirati Arabi Uniti e del Qatar, per una riunione col primo cittadino cui è seguito l’incontro, a porte chiuse, con il Consiglio delle grandi aziende, l’organismo che riunisce 17 multinazionali italiane e straniere presenti nell’area metropolitana di Firenze. 

Oltre che da S.E. Sheikh Ali Khaled Al Sabah, ambasciatore dello Stato del Kuwait, la delegazione era composta da S.E. Rayed Khalid Krimly, Ambasciatore del Regno dell’Arabia Saudita, S.E. Abdulaziz Ahmed Al Malki Al Jehani, ambasciatore dello Stato del Qatar, Mashaal Al Kubaisi, incaricato d’affari dell’Ambasciata dello Stato del Qatar, Abdulghaffar Abdulkarim Issa Al-Bulushi, ministro consigliere e vice capo missione dell’Ambasciata del Sultanato dell’Oman, Hamad Alnuaimi, terzo segretario dell’Ambasciata degli Emirati Arabi Uniti. 

Al termine i rappresentanti diplomatici hanno fatto sapere che realizzeranno a Firenze una tre giorni con le grandi imprese dei loro paesi e che porteranno le maggiori aziende del Golfo a Firenze per un meeting annuale.

Già gemellata con Kuwait City dal 1992, con questa iniziativa Firenze allarga la sua prospettiva a ulteriori opportunità: erede di un grande passato, tuttora vivo, la città torna ad essere crocevia tra l’Oriente e l’Occidente di scambi e culture nel ventunesimo secolo. Trasformazioni si potrebbe dire, come la mostra dedicata al Kuwait che l’Associazione Italia Kuwait ha allestito nell’occasione sotto le volte del Cortile di Michelozzo, che racconta come il Paese del Golfo in un arco relativamente breve di anni sia diventato un Paese moderno e fiorente.

La mostra Trasformazioni: il Kuwait dalla vela al petrolio, esposizione itinerante inaugurata nel 2009, attraverso il materiale fotografico dell’archivio storico della Kuwait News Agency, l’agenzia di stampa nazionale kuwaitiana, ripercorre le scene di vita di un mondo del quale rimangono visibili le architetture così come le tradizioni. Ci presenta i volti dei maestri che costruivano le imbarcazioni per la pesca delle ostriche e le prime trivellazioni dell’oro nero, coi fuochi, fino alle torri e ai grattacieli di oggi nella capitale. I festeggiamenti dell’indipendenza nel 1961 e quelli della liberazione dopo l’invasione di Saddam Hussein nel 1991. Le donne che votano e gli operatori della Borsa di Kuwait City.

Ci rivela il volto di un Paese che in una regione sconvolta dalle guerre e dal terrorismo è oggi in prima fila nelle mediazioni politiche e negli aiuti alle popolazioni, ospitando a fine mese per il terzo anno consecutivo la Conferenza Internazionale dei Donatori per la Siria, su invito esplicito delle Nazioni Unite. Le stesse che pochi mesi fa hanno insignito l’Emiro, S.A. Sheikh Sabah Al Ahmed Al Sabah, del titolo di “leader umanitario” per la generosità con la quale il Kuwait, dichiarato “centro umanitario internazionale”, è intervenuto nelle situazioni di crisi in tutto il mondo. 

E’ proprio l’immagine in cui è ritratto il segretario generale delle N.U. mentre consegna il riconoscimento all’ Emiro, l’ultimo fotogramma simbolo del Kuwait, ed è anche la prima della mostra che inaspettatamente i visitatori e i turisti incontrano, incuriositi, sotto le volte rinascimentali di Palazzo Vecchio, emblema di una città al passo col mondo globalizzato.

20 marzo 2015

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