Emanuela Ulivi 

Un messaggio di amicizia e simpatia è arrivato al Kuwait e al popolo kuwaitiano da Firenze, nel giorno dell'anniversario dell'Indipendenza, attraverso i giovani della Kuwait University, ospiti ieri dell'Associazione Italia-Kuwait. Per il quarto anno consecutivo infatti l'Associazione ha accolto gli studenti della facoltà di Architettura in visita in Italia nelle principali città d’arte. A fare gli onori di casa il presidente dell’Associazione Pierandrea Vanni, il vicepresidente Achille Michelizzi e Alessandro Vanni - che attraverso i suoi viaggi nell’emirato ha annodato i fili con varie istituzioni culturali - insieme ai soci, tra i quali alcuni docenti universitari ed esponenti della cultura, per un momento di incontro conviviale.

Non sono servite molte parole per ricordare un legame di lunga data, se non quelle della gioia di avere a Firenze dei giovani e gli esponenti di un’istituzione come l’università kuwaitiana, espresse dal presidente dell’Associazione e pienamente ricambiate dal Preside della Facoltà di Architettura, dr. Omar Khattab, che in segno di amicizia ha donato ai rappresentanti dell’Associazione tre formelle in vetro decorate con le riproduzioni dorate dei simboli architettonici più significativi del Kuwait, molto apprezzate. 

L’Associazione è un luogo amichevole ed è importante venire in un posto che ricorda ai ragazzi il loro Paese”, ha affermato il dr.  Khattab che ha aggiunto: “questa è la quarta volta che veniamo in Italia e ogni volta andiamo a visitare città diverse. Vogliamo tenere aperta e viva questa relazione con l'Associazione e speriamo di continuare”. Ed ha quindi rilanciato: “ora aspettiamo gli studenti italiani in Kuwait”. 

Proprio oggi il dr. Khattab e i ragazzi incontreranno in Palazzo Vecchio – già visitato ieri - l’assessore alle Relazioni Internazionali Nicoletta Mantovani, per rinsaldare il legame della città col Kuwait (Firenze è già gemellata con Kuwait City) anche attraverso gli scambi tra studenti.

Roma, Venezia, Firenze: quattro giorni di arte full immersion per sette studentesse e sei loro colleghi d’università. Un primo bilancio a caldo. “ Ho potuto notare le differenze architettoniche, che rispecchiano la diversità culturale tra l’Italia e il Kuwait” dice Thunayan, 23 anni, ultimo anno di corso, indicando uno dei quadri alle pareti della sede dell’Associazione che raffigura una costruzione caratteristica kuwaitiana. Che aggiunge: “ è importante conservare i palazzi e il patrimonio culturale e non trasformare il volto delle città”.

Sono gli stessi sentimenti di Moudhy, di Lulwa e di Hanan, tre studentesse reduci dall’”incanto” di Venezia, rimaste senza fiato quando hanno visto i palazzi riflessi nei canali. “Le finestre ad arco acuto, i pavimenti, assomigliano molto all’arte araba”, sottolineano. Già. “Le cose che abbiamo visto le avevamo osservate sui libri ma –confessano- dal vero sono stupefacenti. Ci siamo sentiti molto piccoli di fronte a tanta bellezza. Bisogna rispettare, avere cura dei palazzi storici come delle case caratteristiche ed è necessario mantenere l’esistente”. 

Avete visitato tre città simbolo di momenti diversi della storia e dell’arte. Ma a parte le considerazioni strettamente artistiche e tecniche, che cosa avete imparato direttamente? “Abbiamo percepito il rapporto tra umanità e architetture, che è molto ‘comfortable’ a livello umano”.

I giovani sono il potenziale sul quale il Kuwait investe molto, per il futuro del Paese. Anche le celebrazioni in corso in Kuwait dell'Indipendenza e della Liberazione, sono un'occasione in cui si è dato molto risalto alla progettualità e alla creatività dei giovani. Qual è il vostro stato d’animo? “ I giovani sono molto motivati", risponde Thunayan, "c’è un’intera generazione di laureati, ingegneri, architetti, che studiano per loro stessi. Questo è il vero potere del nostro Paese”.

Tornerete in Italia? "Si. Torneremo. C’è ancora molto da scoprire”.

26 febbraio 2015

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