Margherita Calderoni 

Incontro con l’archeologo che guida gli scavi italiani nell’isola del Kuwait che continua a rivelare interessanti vestigia del passato. Il Kuwait e’ un piatto deserto galleggiante sul petrolio e non e’ rinomato per i suoi reperti archeologici. Pero’ quelli che ha li cura e li mantiene con l’aiuto di gruppi professionisti da tutto il mondo, che vengono invitati e finanziati. Fra questi, l’Italia e’ presente con il team dell’Universita’ di Perugia guidato dal professor Gianluca Grassigli.

Abbiamo una convenzione di 5 anni con il Kuwait Department of Antiquities che sovvenziona gli scavi”, informa, ”Ogni anno torniamo per 8 settimane in questo periodo. Ogni gruppo ha un settore assegnato su cui lavora. Noi ci occupiamo del medioevo islamico, di cui si sa poco.” 
A capo di una missione di 15 persone che alloggia e studia in un apposito moderno edificio bene attrezzato, Grassigli e’ il direttore scientifico della missione che include archeologi e studenti molto soddisfatti di essersi imbattuti in un forte e in un villaggio databile al 1300.

“Abbiamo trovato un’alzata stupefacente di 1,80m e 4 torri laterali, il che ci garantisce anche il lavoro per una futura campagna di conservazione, al pari di una grande abitazione con pavimento in mattoni che ci consentira’ di studiare la societa’  locale nel medievo.”

- Failaka quindi luogo di un insediamento significativo? -
Nessuno si aspettava questo “castello” che poteva essere un avamposto militare o il rifugio per il popolo dell’isola…qui dopo tutto, a parte i Romani di cui finora non c’e’ traccia, ci sono passati in molti.”
E infatti il gruppo danese lavora ad un “palazzo” del 3000 AC, i francesi nella zona Greco-ellenistica e gli inglesi, che si sono spinti sulla terraferma, lavorano su un sito preistorico  che ha restituito fra l’altro un modellino di imbarcazione datato 5000AC, il piu’ antico di tutta l’area Arabica.

- Qual’e’ l’attitudine del governo kuwaitiano verso l’archeologia e i teams stranieri? -
Ottima come le condizioni di lavoro. Quando vengo qui faccio finalmente l’archeologo: scavo e studio.”

- E qual’e’ la situazione in Italia? -
Pessima: non c’e’ interesse, gli scavi sono fermi oppure in emergenza, nessun progetto, finanziamento pubblico inesistente. In quanto agli archeologi, bisogna cercare i fondi, gli alloggi,  permessi e…barcamenarsi alla men peggio.”

- Quali sono le aspettative e i progetti per Failaka? -
“Il governo cerca di rilanciare l’isola anche come attrazione turistica e testimonianza di storia e cultura locali,  addirittura metteranno in funzione la prima centrale elettrica come ai vecchi tempi. Naturalmente tutelando l’area archeologica, per visitare la quale ci vogliono permessi speciali.”

- Qual’e’ il periodo piu’ prolifico finora? -
Quello Greco-ellenistico, i cui reperti sono conservati al Museo Nazionale, che vanta una delle piu’ belle collezioni di sigilli

- Cosa ci si aspetta di trovare ancora? -
“Di tutto, per esempio il “nostro” forte e’ stata una sorpresa e speriamo che il villaggio ne riservi altre.”

14 marzo 2011

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