L’Emiro del Kuwait ha accettato le dimissioni del governo con l’emissione di un decreto. Le dimissioni erano già state presentate tre settimane fa. Nel decreto l’Emiro chiede al Primo Ministro e agli altri ministri di decidere delle questioni urgenti fino a quando non sarà creato il nuovo governo. La Costituzione del Kuwait prevede che l’Emiro tenga le consultazioni con il Presidente del Parlamento Jassem Al- Khorafi e i parlamentari, prima di procedere alla formazione di un nuovo governo. Al Khorafi ha riportato che l’Emiro sarebbe intenzionato a riconfermare Sheikh Nasser Mohammad Al- Ahmad Al- Sabah, dandogli incarico di formare il suo quinto governo da quando è stato eletto la prima volta nel febbraio 2006. L’Assemblea Nazionale terrà la sua regolare sessione domani, e se il governo non parteciperà si potrà aggiornare nella sessione regolare del 30 Dicembre. Il governo deve essere formato in due settimane, ma secondo Khorafi non ci saranno limiti di tempo, anche se spingerà il premier ad accelerare la formazione.

Il decreto dell’Emiro mette fine alle speculazioni che affermano che l’Assemblea potrebbe essere sciolta nella scia della sua disputa con il governo. Il decreto è stato accettato, ma si richiede che il nuovo governo non sia fondato sui principi politici, religiosi e tribali su cui era fondato quello precedente. Uno dei tre parlamentari che avevano portato alla crisi, Waleed Al- Tabtabae, soddisfatto delle dimissioni, ha detto di aver chiesto le dimissioni a causa della cattiva amministrazione del governo e della corruzione, chiedendo di formare un governo riformista che possa far fronte alla crisi interna e al caos del paese. Altri parlamentari hanno invece chiesto l’allontanamento dei ministri che hanno portato alla crisi. Il Parlamentare Ahmad Al- Mulaifi ha chiesto che l’Assemblea possa tenere la sua sessione anche se il governo non parteciperà, poiché nella Costituzione non è chiaro se la presenza del governo sia necessaria per la legalità della sessione. Il Movimento Costituzionale Islamico (ICM) intanto ha attaccato Al-Mulaifi per averlo criticato circa le sue posizioni riguardo al patto Dow Chemical. Mulaifi ha aspramente contestato anche il Ministro del petrolio Mohammad Al-Olaim, membro dell’ICM, per aver autorizzato il patto. Tale accordo era stato firmato dalla Compagnia delle Industrie Petrolchimiche (PIC) con la compagnia americana Dow Chemical il 13 Novembre, per iniziare una joint venture chiamata K-Dow.

Il PIC pagherà 7,5 miliardi di dollari per avere il 50% della nuova compagnia. La cifra originaria era di 9 miliardi, ma con la crisi finanziaria c’è stata una diminuzione. Molti parlamentari hanno comunque criticato il patto, sostenendo che il Kuwait avrebbe dovuto negoziare per un accordo migliore, vista la forte crisi degli ultimi sette mesi e non hanno visto di buon occhio il modo in cui il Consiglio Supremo del Petrolio (SPC) ha firmato l’accordo, senza richiedere il parere all’Ufficio per la Revisione. Il Parlamentare Musallam Al-Barrak ha formulato un’interrogazione sia al Primo Ministro sia al Ministro del petrolio, incentrate sulle procedure e le decisioni prese dal SPC. Maha Mulla Hussein, presidente del PIC, ha difeso fortemente l’accordo, le cui intenzioni sono di far divenire la nuova compagnia un’azienda leader globale. La Dow Chemical infatti è il leader mondiale nella manifattura e nella tecnologia petrolchimica, con un profitto netto nel 2007 di 9,2 miliardi di dollari. Molti punti dell’accordo dovranno comunque essere discussi dall’Assemblea con il governo.

15 dicembre 2008

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